Sabato 30 novembre 2020 gita autunnale di Unikum, il centro culturale dell’Università di Klagenfurt, lungo un itinerario tratto dall’ultimo volume da loro pubblicato, “Aus der Enge” . Si tratta dell’escursione “Am Alpenrand”, cioè “Sul bordo delle Alpi”, o se si vuole “Sull’orlo della montagna”, con partenza dal centro di Travesio in direzione del borgo di Zancan. Nel gruppo, guidato da Gerhard Pilgram e Emil Krištof, circa una cinquantina di persone provenienti dalla Carinzia per scoprire i tanti tesori nascosti del Friuli. Ogni tanto Pilgram, principale anima di Unikum, si ferma a leggere brani tratti dal libro.
Il primo tratto, lungo il torrente Cosa, è scandito da una serie di immagini della Madonna (in mosaico, in gesso ecc.) che culminano nella chiesetta della Beata Vergine di Cosa, costruita nel 1505 da Giovanni Antonio Pilacorte.
Passiamo per le frazioni di Braida e Vidunza e con un bel percorso nel bosco arriviamo in circa 20 minuti alle case del “paese fantasma” di Praforte.
Le case diroccate, baciate dal sole e abbracciate dall’edera, si affacciano quasi come un balcone verso la pianura; ma il paese è abitato solo da oche, galline e un paio di galli orgogliosi del loro harem.
Il gruppo si riposa e ascolta le letture . Rispetto alla maggior parte delle nostre guide escursionistiche, i volumi di Unikum dedicano tantissimo spazio alla “paesologia”, come la chiamo io utilizzando il termine di Franco Arminio: anche i paesi piccoli e piccolissimi hanno uno spazio tutto per loro, scritto nell’inconfondibile stile di Unikum che non ha peli sulla lingua e se necessario non risparmia stoccate agli abusi edilizi e affini.
Praforte comunque ha una triste storia tutta sua, perché fu fatto evacuare a metà degli anni Sessanta contro la volontà dei suoi abitanti con la scusa di un presunto rischio di smottamento, mentre probabilmente la vera causa fu l’utilizzo del vicino altopiano del Ciaurlec come poligono militare. “E’ possibile che qui abiti un fantasma, ma quel che è certo è che qui vaga lo spirito dell’amarezza e della rassegnazione”.
Il giro continua passando accanto alla chiesetta di San Vincenzo per poi imboccare, dopo aver attraversato una strada asfaltata che sale da Travesio, il sentiero CAI n.805a, che da adesso in poi ci conduce fino alla meta di Casera Davass a 900 metri di quota.
Man mano che ci si innalza il panorama diventa sempre più vasto sulla pianura sottostante ma soprattutto verso il Tagliamento a Est.
Alla fine si attraversa un altopiano ondulato cosparso di betulle, con l’erba gialla di un infinito pascolo, e senza grossa fatica si arriva alla bella casera Davass.
Ancora pochi passi verso il pennone della bandiera, e su un bordo vertiginoso si apre la vista sulla pianura, su Toppo e Meduno come se fossimo in volo. L’itinerario originale del libro prevederebbe una discesa diretta a Toppo, ma le piogge continue di novembre e il terreno scivoloso consigliano di scegliere una discesa meno ripida, così torniamo per circa 15 minuti sui nostri passi e arriviamo a Toppo con il sentiero 805.
Qui purtroppo devo lasciare il gruppo che si avvia al Castello di Toppo e a una ben meritata sosta pranzo all’Agriturismo “Ai Pradons”. Ringrazio infinitamente Gerhard Pilgram e Emil Krištof di Unikum per avermi dato modo di partecipare all’escursione, raccomando a chi legge il tedesco di procurarsi il volume ordinandolo direttamente da Unikum e inserisco un paio di link per chi volesse leggere qualcosa (in italiano) sulla triste vicenda di Praforte: un ottimo articolo di Giuseppe Ragogna del 05/07/2015, corredato da una bella galleria di foto, si può leggere cliccando qui.