Splendida “cavalcata” dei colli e dei crinali alle spalle di Pinzano al Tagliamento il giorno 7 gennaio seguendo l’itinerario 23 di “Aus der Enge”. 16 chilometri e 700 metri di dislivello mai faticosi ma in un continuo, ondoso su e giù da cui viene per l’appunto il titolo tedesco dell’itinerario.
Le citazioni dal volume tedesco sono in corsivo
La parte iniziale si svolge sul sentiero 822, “Anello di Pinzano”, percorso però in senso antiorario: dal centro del paese (da non mancare l’accogliente bar “Al Progresso” situato nell’edificio della Società Operaia con la sua facciata rosa salmone) si sale per via Castello alla rocca di Pinzano, dove sulle rovine pascolano le capre dell’allevamento Capramica.
Si scende sul versante opposto verso il Tagliamento, si passa accanto alla cascata del Pociut e percorsa la breve valletta si sale all’Ossario Tedesco.
“ I nazisti lasciarono dietro di sé una specie di piattaforma di atterraggio per UFO, sotto forma di Ossario Tedesco”
Certo i progetti originari erano molto ambiziosi, come si può leggere nei dettagliatissimi tabelloni che si trovano nel sito, e prevedevano una costruzione lunga 200 m con la sagoma di una nave da guerra. Per fortuna nel 1943 i lavori vennero interrotti e ora anche qui pascolano le capre. Molto più interessante ammirare, da un punto panoramico appena sottostante, l’acqua azzurra del Tagliamento interrotta dall’ombra scura del ponte di Pinzano.
Si segue ora lungamente il sentiero 822, prima nella boscaglia, poi oltre la strada …. fino alle case di Cja Ronc…
…“che una volta possedevano addirittura un loro cimitero e che ora sono state quasi inghiottite dalla terra”.
Dopo circa una ventina di minuti si sbuca sulla strada asfaltata che collega Castelnovo con Costabeorchia e lasciando il sentiero segnato che va a destra, l’itinerario di Unikum, fedele al suo scopo dichiarato (mi verrebbe da dire “mission”) di attraversare i paesi, soprattutto quelli meno noti e più isolati, porta a Costabeorchia. Passate in rassegna tutte le case su una “Hangstrasse”, ovvero un nastro d’asfalto che segue l’andamento del pendio, si giunge a un frutteto dove l’asfalto finisce in uno slarghetto ornato da curiose facce di pietra, umane e …porcine!
Qui di nuovo ci si ricongiunge con il sentiero 822 che si segue (cartello “Giercje”) sul crinale della collina, nel bosco punteggiato da ruderi di antiche case e stavoli ormai inghiottiti dalla vegetazione. Il prossimo punto notevole è un arco di pietra che si apre sulla cascatella chiamata Sflunc che viene formata dal torrente Gerchia/Giercje. Stupendo angolino di paradiso, cosa dicono quelli di Unikum?
…”Romantica cascata con possibilità di fare il bagno”
Io sottoscrivo pienamente!
Da qui inizia la cavalcata dei crinali in vero stile Unikum, cioè su sentieri non segnalati: poco dopo la cascata si abbandona definitivamente l’822 (volendo seguirlo, l’anello si chiuderebbe in meno di un’ora a Pinzano) e destreggiandosi nell’intrico della vegetazione e con l’ausilio dei numerosi e precisi cartelli sistemati da quelli di Castelnovo ci portiamo sul crinale esattamente opposto della valle e sbuchiamo a Oltrerugo, paese che è la continuazione ideale di Costabeorchia, in quanto anch’esso disteso con le sue case al sole lungo il nastro della strada principale. Oltrerugo inoltre in friulano si chiama “Natarù”, toponimo invero misterioso, che deriva da “in tal riu” (più o meno).
A fianco della chiesa ci sono delle comode panchine e soprattutto una fontanella funzionante! Un paese accogliente!
Unikum porta adesso con molti piccoli saliscendi a scoprire la grande chiesa bianca di San Nicolò, costruita nel 188 da Girolamo D’Aronco, padre del più famoso Raimondo, che…
…”orgogliosa domina sul paesaggio”…
consentendo di godere di una vista davvero unica. Ancora più bello salire alla rocca subito alle sue spalle.
Ritornati a Oltrerugo scendiamo di nuovo lungo un crinale, stavolta lungo il “Troi di Fitti”, passando davanti all’abbandonata Osteria dal Cico. E si inanellano una serie di “trois”, tutti ben segnalati da tabelle, per fortuna: il “troi Clapat”, poi il “troi da Fratucia”. Si scende, si passa un ponticello mal in arnese su un rio, si risale sul crinale opposto, si ridiscende ripidamente fino sul fondo di un altro rio…e qui finalmente si scorgono, nell’intrico degli arbusti, i segnali bianco-rossi del sentiero CAI 822 che ci riportano al punto di partenza.