Peri e meli di Carnia

Due appassionati frutticoltori carnici, Duilio Cacitti di Caneva e Pietro Felice di Agrons, sono i custodi di decine di antiche varietà di peri e meli, tra cui anche il famoso pero Janis portato dalla Spagna nel 1500.

Questo viaggio alla ricerca della biodiversità inizia con un piccolo scoop pomologico di cui sono debitrice a Tullio Fior, guardia forestale e frutticoltore di Cabia. Grazie a lui sono riuscita infatti a rintracciare gli ultimi due esemplari di pero Janis esistenti in Carnia, e precisamente a Caneva, frazione di Tolmezzo, nel giardino-frutteto di Duilio Cacitti. Leggi tutto “Peri e meli di Carnia”

Le viole mammole di Udine

Fuggimmo all’aperto:/le cadde il bel manicotto/adorno di mammole doppie. /O noto profumo disfatto/ di mammole e di petit-gris…” (G. Gozzano, Un rimorso)

Eh sì, ond’ai quasi cent subite” – così esordisce Ines De Marco, detta Blancje, classe 1908, quando andiamo a trovarla nella sua casa di Pozzuolo per parlare di una storia molto lontana e dai contorni quasi fiabeschi, la storia di una passione che ha permesso a una pianta di sopravvivere. Sul tavolo della cucina, in un vasetto, un mazzolino di viole – che somigliano a roselline in miniatura – timidamente profumate in questo marzo freddissimo. Fausta Della Vedova, che ha sposato un nipote di Blancje, mi mostra due grandi foto dove una bella signora dai capelli candidi è ritratta in un giardino in mezzo a una profusione di gigli rose ortensie che quasi la sovrastano: sono i fiori decisamente i protagonisti della scena. Leggi tutto “Le viole mammole di Udine”

Cereali che passione! Intervista a Renzo Nadalutti di Reana

©Antonietta Spizzo 2020 per “TIERE FURLANE”

I lettori affezionati di Tiere furlane hanno già fatto conoscenza con il sarasin (n.29), l’uardi culinot (n.28), la blave cincuantine (n.12), il sorgo (n.26) e ne sanno ormai vita, morte e miracoli. Del frumento però finora non abbiamo mai parlato e forse, accerchiati come siamo dal grande mare ondeggiante della blave, abbiamo perso ogni speranza di trovare un discreto assortimento di grano duro e tenero prodotto da una azienda friulana, e quindi a km zero o giù di lì. Per non parlare poi della pasta a km zero, estintisi ormai i gloriosi pastifici Mulinaris e Storti di Udine,  Quadruvium di Codroipo (TFn.3), Barborini & Pignoni di Cortale, Tomadini di Pordenone, eccetera. Eppure, eppure…nelle recondite pieghe della pianura friulana a ben cercare si trovano delle inaspettate filiere corte e cortissime che possono soddisfare proprio tutte le esigenze, quelle di prodotti sani e biologici, ovviamente, ma anche molto altro. Leggi tutto “Cereali che passione! Intervista a Renzo Nadalutti di Reana”

Elvia, custode della biodiversità a Forni di Sopra

A Chiandarens, piccola borgata di Forni di Sopra sulla strada per il passo della Mauria, c’è un pezzetto di paradiso. E’ qui che d’estate vive Elvia Schiaulini con il marito Eligio. Se, salendo al Rifugio Giaf, si passa a piedi non puoi non vederlo: si chiama Tarmau.

E’ un’armoniosa costruzione in muratura e in legno, e sulle travi scure della casa spiccano i gerani rossi e le petunie viola a profusione. Tutt’intorno uno splendido, curatissimo giardino, una gorgogliante fontana e poi, sul dolce pendio alle spalle della casa, un grande orto alpino con aiuole di lamponi e di mirtilli, zucchine e finocchi, radicchi e insalate, fagioli e addirittura mais di un’antica varietà autoctona. Leggi tutto “Elvia, custode della biodiversità a Forni di Sopra”

I fagioli di Pradumbli

Andiamo nel piccolo paese della val Pesarina per scoprire nomi e segreti dei famosi fagioli che erano un’importante fonte di reddito e che ancora vengono coltivati con passione.

Militòns, Lauròns, Cesarins, Setembrins, Fasàns, dal Ont, da Cinise, dal Voglùt, Asìns..: sono i fagioli della Carnia, uno sconfinato patrimonio di biodiversità, con tanti nomi quante sono forse le famiglie che li coltivavano. Per raccapezzarsi tra queste e centinaia di altre varietà autoctone di fagioli sono in viaggio verso Tolmezzo dove incontro il mio cicerone, Nereo Peresson, che è un vero esperto della materia. Nereo infatti fa parte dell’Ufficio zonale di Tolmezzo della Confederazione Italiana Agricoltori, che è il capofila del progetto Interreg IIIA “CONSER-VA” per la valorizzazione e la conservazione delle piante autoctone e spontanee della zona transfrontaliera. Mentre saliamo verso la val Pesarina vengo a conoscenza dei dettagli del progetto. Leggi tutto “I fagioli di Pradumbli”

Le castagne di Peonis

Una volta curato e bello come un giardino, il famoso castagneto di Peonis è ora deperito e abbandonato a se stesso, ma ancora produce quattro varietà di castagne.

Chi pensa alle castagne, in questo autunno dorato, pensa certamente alle Valli del Natisone, a Montenars, a Faedis, tutti luoghi in cui questo frutto un tempo così importante per la sopravvivenza è ancora un discreto protagonista, sia pure solo di feste e sagre. Ben difficilmente il suo pensiero andrà alle castagne di Peonis, piccola frazione di Trasaghis, situata di là da l’aghe ai piedi del monte Covria. Eppure si racconta che alla fine dell’Ottocento si potesse andare dalla valle del lago di Cavazzo fino a Verzegnis costantemente all’ombra di castagni da frutto (Castanea sativa). Così per questa nuova puntata di biodiversità perduta ho voluto andare a cercare che cosa è restato di queste piante e se ancora questo frutto vive là nella memoria collettiva. Facendo una ricerca su Internet con le parole chiave “Castagne” e “Peonis” si scopre l’esistenza della Festa della Madonna della Salute, organizzata dal gruppo di volontariato locale “Chei di Peonis”.

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Un giardino da mangiare (con Giusi Foschia)

Ventun marzo, inizio della primavera, “dies violae” per i latini: quale occasione migliore per inaugurare un vivaio in una bella giornata di sole? L’erba verde luccica nella valletta riparata del torrente Zimòr, a Zomeais di Tarcento, dove ha sede l’azienda agricola molto speciale di Giusi Foschia. Si chiama “Il giardino commestibile”, e oggi riapre i suoi battenti dopo la pausa invernale. Sull’ingresso vasi di viole, di margherite e di calendule, all’interno centinaia di vasetti con tutti i possibili varietà di mente, di salvie, di erbe aromatiche e medicinali, locali o esotiche. Giusi ne coltiva infatti ben 240 specie diverse! Leggi tutto “Un giardino da mangiare (con Giusi Foschia)”

Tutela delle razze animali locali in via di estinzione

Riporto qui un interessante articolo del 13 novembre 2010 riguardante la tutela delle razze animali locali in via di estinzione, come aggiornamento al mio articolo “Terminati!” apparso su “Il Nuovo” nel 2006.

VIOLINO, BIODIVERSITA’ CONTRO L’OMOLOGAZIONE

“Il mantenimento nell’agricoltura di tutte le diversità biologiche possibili è strettamente correlato al perseguimento degli stessi obiettivi per quanto concerne la cultura e l’identità: in tal senso la globalizzazione non rappresenta una minaccia d’omologazione, bensì un’opportunità per farsi riconoscere”.

E’ quanto ha affermato l’assessore regionale alle Risorse rurali e agroalimentari Claudio Violino al convegno sulle ”Razze animali locali in via di estinzione’‘ organizzato oggi, nell’ambito dell’undicesima edizione della festa ”Gemona formaggio … e dintorni”, dall’Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia.

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Terminati! Animali friulani perduti per sempre

Per ottusità e in nome del facile guadagno, nel corso degli ultimi centocinquant’anni molti animali autoctoni sono stati abbandonati al loro destino e si sono estinti.

©Antonietta Spizzo 2006 per “IL NUOVO”.

La ricerca di nicchie di biodiversità animale in Friuli mi ha portato ripetutamente a imbattermi nelle tracce dei numerosi animali estintisi nel corso dell’ultimo secolo.

In tutti i settori della zootecnia ci troviamo di fronte alla stessa realtà: le vecchie razze sono ormai quasi completamente scomparse oppure ne sono rimasti pochissimi esemplari. La causa è semplice: l’allevamento è ormai in gran parte scollegato dall’ambiente in cui si svolge, e le razze locali, rustiche, che si erano adattate ad ambienti con foraggi poveri, avevano anche basse produzioni e non hanno più interesse per gli allevatori odierni. Le razze moderne, grazie anche alla fecondazione artificiale che permette di superare le distanze con il trasporto del seme, sono letteralmente internazionali, anzi “globalizzate”. Leggi tutto “Terminati! Animali friulani perduti per sempre”

Emilio Bulfon di Valeriano, l’archeovignaiolo

Nuove speranze per vecchi vitigni

Emilio Bulfon a Valeriano ha fatto della ricerca e del recupero dei vecchi vitigni il suo ideale di vita, e dimostra che coltivare queste varietà può essere non solo una passione ma anche fonte di reddito e di grandi soddisfazioni.

Aramon, Bravbana, Cjanorie, Codelungje, Coneute, Cipro, Forgiarin, Fumàt, Givàn, Glere, Curvìn lustri, Negràt, Piculìt Neri, Pignûl, Ribolla Spizade. E ancora: Sciaglìn, Uarnasse, Ucelùt, Verdisòt…sono solo alcuni delle decine e decine di vitigni friulani che con i loro nomi strani e suggestivi compaiono sul Vocabolario Pirona alla voce “Ùe”. Leggi tutto “Emilio Bulfon di Valeriano, l’archeovignaiolo”

Un mais bianco perla – con Gianpaolo Chendi a Terzo d’Aquileia

A colloquio con Gianpaolo Chendi, che nella sua azienda agricola a Terzo di Aquileia coltiva l’antico mais Biancoperla friulano e conserva e riproduce sementi di altre varietà quasi scomparse.

©Antonietta Spizzo 2006 per “IL NUOVO”.

Blave, sortùrc, granoturco, mais: che cos’era e che cos’è oggi? Una pianta che per secoli ha rappresentato in Friuli la sopravvivenza, oggi serve solo per produrre mangime per animali e si comincia a parlare di usarla come combustibile. Ci siamo bene o male assuefatti, come se non avessero più alcun rapporto diretto con noi, alle grandi distese di monocoltura a mais che hanno rovinato il paesaggio della pianura friulana, e nessuno conosce più i nomi delle antiche varietà soppiantate dalle sementi ibride dai nomi strani, monopolio delle grandi multinazionali.

E’ per questo che facciamo visita a Gianpaolo Chendi, a Terzo d’Aquileia, uno dei “custodi dei semi” friulani che da una decina di anni si dedica con passione alla conservazione e alla coltivazione di alcune antiche varietà di cereali. Leggi tutto “Un mais bianco perla – con Gianpaolo Chendi a Terzo d’Aquileia”

Viaggio a pedali 2022: il progetto

Dopo il successo del nostro viaggio del 2021 lungo il Danubio dalla sorgente alla foce (3200 km, vedi articoli più sotto) abbiamo pensato quest’anno a qualcosa di più lungo e impegnativo: attraversare l’Europa puntando a Nord, alla Norvegia, restando sulla costa atlantica, per arrivare fino alla città di Trondheim. Un bel po’ di km (3700) e soprattutto un bel po’ di dislivello da superare, data la natura montagnosa della Norvegia.

Come l’anno scorso, le nostre bici sono due cosiddette “gravel” (cioè adatte a tutti i terreni) a pedalata muscolare, una Cinelli Hobootleg e una Trek920.

La bicicletta di Dario con tutto il bagaglio: quest’anno, rispetto al 2021, sono state aggiunte le due borse sulla forcella anteriore
A me sembra ben carica la Cinelli Hoobotleg, ma in realtà il nostro bagaglio è contenuto

Viaggiamo come piace a noi, in perfetta autonomia, portando come al solito tutto il bagaglio sulla bici: tenda, sacchi a pelo, materassini autogonfiabili, fornelletto da campeggio e attrezzatura da cucina, oltre al vestiario essenziale. In tutto sono 15 kg circa di bagaglio a testa. Dormire in tenda e cucinare da soli ci consentirà la massima flessibilità nella scelta dei percorsi giornalieri (di solito tra gli 80 e i 120 km) e dei posti tappa, oltre a un considerevole risparmio nei paesi più costosi come la Danimarca e la Norvegia. Data fissata per la partenza: sabato 18 giugno 2022.

Parte 1 : Pedalando fino in Norvegia

3700 km in bici dal Friuli alla Norvegia/1

Da Premariacco a Bayreuth: Austria e Baviera

La Ciclovia Alpe Adria

Al mattino del 18 giugno 2022, pronti per la partenza

Anche se la conosciamo benissimo, la prima tappa lungo la Ciclovia Alpe Adria resta in assoluto una delle più belle del viaggio. Raggiungiamo questo percorso a Gemona in una giornata di tempo stupendo e ci godiamo il comodo percorso, le nostre splendide montagne e le fresche gallerie dell’ex ferrovia.

Frescura assicurata nelle tante e lunghe gallerie dell’ex ferrovia

Unico neo: non si capisce perché manchi ancora la breve tratta Carnia-Moggio, costringendo i ciclisti a percorrere la trafficata Pontebbana. Leggi tutto “Parte 1 : Pedalando fino in Norvegia”

Parte 3: Pedalando fino in Norvegia

3700 km in bici dal Friuli alla Norvegia/3

La costa danese e norvegese fino a Stavanger

La costa occidentale danese e il primo tratto in Norvegia fino a Stavanger

Danimarca ventosa

11 luglio 2022: siamo adesso sull’itinerario chiamato “Vestkystruten”, che percorre per 560 km tutta la costa Ovest della Danimarca. Il tempo è stupendo e le nuvole corrono veloci in un cielo sconfinato, anche perché dal mare tira instancabile un fortissimo vento da nord-ovest che non smette mai un momento.

Questo cordone di dune costiere divide il mare dalle lagune interne per chilometri e chilometri

Leggi tutto “Parte 3: Pedalando fino in Norvegia”

Parte 4: Pedalando fino in Norvegia

3700 km in bici dal Friuli alla Norvegia/4

Da Stavanger a Kristiansund

Da Stavanger a Kristiansund

Meta intermedia: Bergen

Dedichiamo la mattinata del 21 luglio a girovagare per Stavanger, nel cui porto è ormeggiata una gigantesca nave da crociera che con i suoi nove piani incombe su tutte le casette del centro storico intorno al porto.

La Celebrity Silhouette non si può proprio dire che abbia una silhouette da libellula…
Con i suoi nove piani incombe con la sua mole su tutto il vecchio quartiere del porto con le sue piccole casette bianche…
Le case del quartiere vecchio di Stavanger sono rallegrate da una vera profusione di fiori da far invidia anche a noi mediterranei

Da adesso in poi dovremo prendere numerosi traghetti da isola a isola, non potendo ovviamente percorrere in bici i tunnel sottomarini che portano ai fiordi a Nord di Stavanger. Leggi tutto “Parte 4: Pedalando fino in Norvegia”

Parte 5: pedalando fino in Norvegia

3700 km in bici dal Friuli alla Norvegia/5

Arrivo a Trondheim e complicato ritorno a casa

Un pezzettino ancora in andata e il lungo ritorno

 Bagnati alla meta

2 agosto: A Trondheim mancano solo 150 km, ma è evidente che non ce la faremo mai ad arrivarci in un giorno solo, e così decidiamo di pedalare oggi quanto più possibile, fermandoci alla sera anche dove capita, in mancanza di un campeggio comodo.

L’ultima salita norvegese, solo da quassù si capisce bene che questo non è un lago ma un fiordo che si insinua tra le montagne per chilometri e chilometri

Il tempo è ancora splendido, ma sappiamo che presto si guasterà e inoltre Trondheim è famosa per essere una località piovosissima. Leggi tutto “Parte 5: pedalando fino in Norvegia”

Il nostro viaggio anche in tedesco!

È un grande onore vedere un proprio viaggio pubblicato sulla prestigiosa rivista tedesca “Panorama”, organo ufficiale del Deutscher Alpenverein, il Club Alpino Tedesco: è il nostro viaggio in bici del 2021 dalla Foresta Nera al Mar Nero! Naturalmente in tedesco…

Eccolo qua!

 

Tutto il Danubio in bicicletta 2021- introduzione

Dalla Foresta Nera al Mar Nero:
Km totali percorsi: 3200
Giorni di pedalata: 35
Giorni di viaggio: 44
Lunghezza tappe: da 80 a 120 km
Otto paesi attraversati: Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria e Romania

Se prima della pandemia ci avessero proposto di fare 3000 km in bicicletta, non lo avrei semplicemente preso in considerazione…ma durante i vari lockdown andare in bici era l’unico sport consentito (o quasi) e l’allenamento è venuto così, quasi da sé. Poi ci abbiamo preso gusto e abbiamo cominciato a sognare e a progettare. Un viaggio classico, un percorso europeo (l’Euro Velo 6): 3200 km lungo il grande fiume che dalla Foresta Nera al Mar Nero attraversa otto stati (Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria e Romania). Allenati e vaccinati (nel vero senso della parola), siamo pronti per partire il 15 giugno 2021.

Bici e attrezzatura

I nostri “animali a pedali” sono due bici cosiddette “gravel” (cioè adatte a tutti i terreni) a pedalata muscolare, una Cinelli Hobootleg e una Trek920.

La bici Trek pronta per la partenzaUsiamo borse posteriori e borsa da manubrio Ortlieb. Abbiamo circa 15 kg di bagaglio a testa, fra cui una vecchia e vissuta tenda a igloo Ferrino; sacchi a pelo; materassini autogonfiabili; fornelletto da campeggio e attrezzatura da cucina. Vestiario: il meno possibile.

La mia Cinelli Hobootleg pronta per partire!

 

 

PARTE 1: Germania, paradiso dei ciclisti

 

L’intero percorso dalla sorgente nella Foresta Nera alla foce nel Mar Nero. Ho evidenziato in rosso quanto descritto in questo articolo

Come raggiungere la sorgente del Danubio

Il viaggio in treno per raggiungere Donaueschingen, cittadina tedesca della Foresta Nera dove si trova la “sorgente ufficiale” del Danubio, è piuttosto complicato: ci vuole un primo treno per Villach, una coincidenza per Monaco di Baviera o meglio ancora per Ulm e da qui un paio di ore di viaggio ancora con un treno locale fino alla meta.

Una sorgente controversa

La sorgente “ufficiale” del Danubio

Nel grande parco dei principi Fürstenberg a Donaueschingen vi è una sorgente incorniciata da un’elegante ringhiera in ferro battuto. La sorveglia una statua che raffigura la madre Baar (il territorio circostante) che indica la via da seguire a una graziosa fanciulla: il Danubio (in tedesco “die Donau” è femminile). Leggi tutto “PARTE 1: Germania, paradiso dei ciclisti”